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Pietro Giannini in LA TRAIETTORIA CALANTE

Il 14 agosto 2018, a Genova, crolla il Ponte Morandi, la principale arteria della città. Si scatena un effetto domino che investe le persone e le cose. Sotto le sue macerie le traiettorie personali di 43 persone che, cadute, non potranno più rialzarsi. Tra favola e realtà, ispirato dal teatro di narrazione o dal teatro civile, Giannini costruisce una satira amara e crudele, ripercorrendo un pezzo di storia del nostro Paese, tra vittime e colpevoli, cercando una spiegazione a ciò che è ancora oggi sembra impossibile da spiegare. La traiettoria calante può accettare sul palcoscenico un solo corpo, un unico testimone inerme, un Amleto moderno perseguitato dai fantasmi di chi era prima di lui ed ora non è più. La scena (del crimine) è nuda, niente più è rimasto; dopo le macerie, neanche più ricostruzione. In questo logorante vuoto, nell’assordante rumore dell’assenza, l’interprete può solo cercare di fuggire il buio attraverso la testimonianza, qualunque essa sia.

11 aprile 2026, ore 21

foto: Maurizio Benedettini

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