
SI APRE LO SPAZIO DELLE POSSIBILITÀ: IL TEATRO COME CUORE VIVO DEL TERRITORIO
Il sipario si alza su una nuova stagione teatrale che si annuncia ricca di emozioni, riflessioni e incontri.
Un cartellone non è solo il frutto di scelte artistiche, ma un vero e proprio lavoro di intelligenze, capace di intrecciare visioni, esperienze e sensibilità diverse.
Costruire una nuova stagione deve avere come faro non solo il compito di proporre spettacoli ma, più di tutto, il dovere morale di indicare quale sia il ruolo di un teatro.
Non si deve solo attrarre il pubblico ma lasciare una traccia.
Il teatro si conferma punto di riferimento unico per la città: non un luogo “chiuso”, ma uno spazio aperto che rappresenta e racconta il territorio che lo ospita.
La nuova stagione nasce infatti con l’obiettivo di rivolgersi a pubblici differenti, senza limitarsi a un’unica tipologia di spettatore.
Varietà e narrazioni sono le parole chiave: proposte per chi ama il teatro di tradizione, per chi cerca nuove scritture contemporanee, per i giovani, le famiglie e le scuole.
Auspicabile, in questo percorso, è il coinvolgimento degli studenti e dei giovani del territorio: il futuro del teatro passa anche dalla loro curiosità, dal loro desiderio di sentirsi parte di una comunità.
Non c’è crescita senza accoglienza e senza collaborazioni: la stagione nasce come sistema virtuoso che mette in dialogo artisti, istituzioni e cittadini, affinché ciascuno possa riconoscersi in ciò che accade sul palco.
Qui chi recita e chi assiste sono ugualmente protagonisti: la magia del teatro vive infatti nello scambio continuo tra palco e platea.
È in questo incontro che si costruisce il senso più autentico di comunità.
In tempi difficili come questi, investire in cultura è la scelta più coraggiosa e necessaria.
Perché la cultura è ciò che ci permette di guardare avanti, di resistere e di immaginare insieme un futuro più luminoso.
La cultura è sapere perché si vive.
La nuova stagione teatrale non è dunque solo una rassegna di spettacoli, ma un invito a partecipare, a sentirsi parte di un’esperienza condivisa, a riconoscere nel teatro il battito vivo del nostro convivere.