
Un mondo dove tutto è possibile: Edéos e il teatro
Fabrizio Pedretti, odontoiatra, titolare e fondatore di Edéos Odontoiatria (main sponsor del nostro Teatro).
Nato e cresciuto a Bologna, dove si laurea nel 1993 in Odontoiatria.
Si occupa prevalentemente di riabilitazioni funzionali ed estetiche, oggi utilizzando molto nuove tecnologie digitali.
Sposato con Vida e padre di due gemelli di 10 anni, Ettore e Diana.
Lo abbiamo incontrato per scambiare chiacchiere e punti di vista.
Di lui stesso dice “amo restituire il sorriso alle persone e amo viaggiare e pilotare aerei ultraleggeri”.
Fabrizio, che rapporto hai con l’Arte in generale?
Ti confesso che non la frequento quanto vorrei, ma ogni volta che posso cerco di avvicinare me e i miei figli a mostre, musei e spettacoli.
Ho anche organizzato mostre con vernissage all’interno del mio studio, allo scopo di fare uscire l’arte dai luoghi accademici ed usuali e farla incontrare a persone che non li frequentano; è stata una bellissima esperienza.
Il tuo lavoro è sicuramente sanitario ma anche artistico: restituire sorrisi con la cura ma anche con una grandissima considerazione estetica.
Trovi ci siano similitudini tra il tuo lavoro e il lavoro di chi sale su un palcoscenico?
Credo che l’odontoiatria e il teatro (che ho fatto in modo amatoriale per alcuni anni) condividano alcuni aspetti.
Innanzitutto esiste un processo di ascolto (del paziente nel mio caso e del testo-regista-pubblico nel caso del palcoscenico), elaborazione personale attraverso la lente delle proprie competenze (scientifiche ed attoriali-creative) ed esecuzione con un preciso lavoro di squadra e rispettando i ruoli.
Cosa cerchi quando vai a Teatro?
Adoro il momento, che ritengo sacro, in cui si spengono le luci e si entra in un mondo dove tutto è possibile.
E quali le sensazioni che hai ricevuto mettendo al centro di alcune tue serate il TaG?
Ho riso, mi sono commosso ed ho portato spesso a casa alcune riflessioni importanti.
Quando vado a teatro con i miei figli mi porto a casa anche le domande che il mattino dopo mi pongono.
Il bellissimo slogan di Edéos è “Liberiamo il sorriso”.
Il mio pensiero è andato alla frase del poeta premio Nobel Josif Brodskij che diceva che “l’estetica è la madre dell’etica”.
Quali sono i sorrisi che la società odierna spegne?
E quali quelli che invece libera?
Una delle cose che vedo spegnersi è il sorriso quando si accarezza un desiderio che non si può appagare immediatamente con una dose di dopamina.
L’overdose di ricompensa immediata è una delle fonti di malessere maggiore, ma fortunatamente alcuni segnali di allarme sono già stati lanciati.
La cultura in tutte le sue forme (anche quella materiale in cui metto viaggi e gastronomia) potrà essere forse uno dei pilastri difensivi di questa deriva, insieme ad un recupero della fatica fisica sana e della capacità di apprezzare anche il silenzio.
Gino Strada era un medico. Anche lui si occupava di traumi e ricostruzioni.
Disse: “La guerra non si abolisce con i trattati, ma si abolisce stimolando la riflessione e la cultura di tutti. Passare il tempo a costruire arsenali anziché diffondere cultura è letale per la nostra specie. La guerra va combattuta leggendo libri, andando a teatro, vedendo arte, e farlo attraverso i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri amici. Questo è l’unico strumento valido contro tutte le guerre: la cultura. Tutto il resto non funziona e non ha mai funzionato”.
Cosa ne pensi?
Ha già detto tutto lui.
Anche se oggi si fa sempre più fatica a non pensare ad un mondo più armato.
Aggiungerei anche viaggiare in modo da incontrare altre persone ed altre mappe del mondo.
La Sanità e la Cultura sono elementi importantissimi nella vita di ciascuno di noi.
Se domani diventassi Ministro della Sanità, quali sono le prime cose che metteresti in programma?
E quali se domani diventassi Ministro della Cultura?
Vedendo l’impegno, la professionalità e la dedizione che mette Alessandro, il direttore del TaG… lo convocherei immediatamente e gli lascerei carta bianca!