
Biancamaria Bini: la fotografia e il teatro
Biancamaria Bini è una nostra fotografa di scena per la stagione 2024-25.
Questa breve intervista vuole fornire un approfondimento di conoscenza dei nostri collaboratori.
Il Teatro, si sa, è fatto anche di immagini e noi vogliamo scoprire la “drammaturgia” di chi si trova dall’altra parte dell’obiettivo. Buona lettura.
Che rapporto hai con l’Arte in generale?
Ho sempre avuto una grande ammirazione per l’arte e soprattutto per chi la crea.
Il Teatro è un’arte antichissima.
Cosa vuoi fotografare quando sei davanti a un palcoscenico?
Il Teatro è condivisione.
Gli artisti hanno l’opportunità di trasmettere la propria percezione del mondo con gli altri, esternando i propri turbamenti, le gioie, le proprie idee, le proprie emozioni.
Credo che gli artisti favoriscano il benessere, la socialità e la creatività, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme
comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza.
Mi piace sapere che tento di restituire questo quando scatto.
Quali sono le sensazioni più forti che hai provato attraverso il tuo obiettivo?
Il teatro offre opportunità e modi per unire generazioni e culture, per affermare valori
etici ed estetici universali.
Il teatro cancella le differenze e fa pensare al presente, guardando al passato e al futuro insieme.
E quali le sensazioni che hai ricevuto mettendo nel tuo obiettivo il TaG?
É stimolante riprodurre e interpretare fotograficamente ciò che viene rappresentato su un palcoscenico o all’interno di un contesto spettacolare.
Questa non è cosa facile da attuare, l’azione e l’atmosfera presenti al momento dello scatto sul palcoscenico è proporzionata all’empatia che si crea con l’artista.
Il Teatro e la fotografia sono entrambi accomunati dalla creatività.
Trovi ci siano altri punti di contatto condivisi?
La fotografia di teatro è saper interpretare ciò che l’artista sta rappresentando.
Il tentativo è quello di rendere questa creatività fotograficamente.
Oggi siamo tutti “ipotetici fotografi”, avendo come strumenti smartphone le cui potenzialità sono enormi e di ottimi risultati.
Qual è il tuo rapporto con queste tecnologie?
La differenza tra una fotografia realizzata con un cellulare e una fotografia scattata
con la macchina è racchiusa in una sola parola: qualità.
Robert Mapplethorpe diceva: “Nella fotografia cerco cose che non ho mai visto prima”.
Tu cosa cerchi?
La visione creativa e originale di un fotografo è il requisito indispensabile per fare foto di valore, a prescindere dal tipo di scatto che si vuole realizzare.
Insomma: se fare il fotografo è una professione ci sarà un motivo.
La competenza conta.
La Cultura è un elemento importantissimo nella vita di ciascuno di noi.
Se domani diventassi Ministro della Cultura, quali sono le prime cose che metteresti in programma?
La pratica teatrale non è una materia delle attività scolastiche in Italia, sebbene sia importantissima nella formazione umana e sociale.
Quindi se fossi il Ministro della Cultura proporrei docenti che conoscano la materia teatrale e inserimento della materia in ogni percorso scolastico.
Come ha detto Giuliano Scabia: “Il teatro va sempre di pari passo con l’infanzia e la giovinezza. Forse perché il teatro può essere un gioco, ma anche un modo per esplorare il mondo. Il teatro aiuta a trovare la propria strada, a realizzarsi come individuo e come parte di un gruppo sociale”.